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Un caffè con l’artista: Lucrezia Maimone

Aggiornamento: 28 gen 2021



di Angela Fumarola | ARMUNIA | 14 febbraio 2019




La scorsa settimana a Castello Pasquini si è svolta la prima tappa del lavoro di Lucrezia Maimone, il cui progetto sostenuto dalla Compagnia Zerogrammi di Torino, ha vinto il premio artistico CollaborAction Kids XL #1 – azione del Network Anticorpi XL, in collaborazione con Cantieri Danza, Solares, Amat, Arteven, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, La Piccionaia, Fondazione Piemonte dal Vivo, Teatro Pubblico Pugliese, C.L.A.P.Spettacolodalvivo, Armunia, FTS Onlus, ACS, Centro Servizi Culturali Santa Chiara, FIND”.

Armunia l’ha incontrata durante la residenza artistica, guarda caso proprio in un castello, per farsi raccontare un po’ la sua storia personale e un po’ la genesi di ”Simposio del silenzio”, scoprendo lati nascosti di un’opera che è il ritratto della sua autrice. Lucrezia è per metà di Cagliari e per metà Apache e questa sua natura simbolo di mobilità, flussi e coincidenze magiche riempie le sue visioni. Sempre aderente ad un’attitudine legata sia alla danza sia al circo, ciò che muove il lavoro di Lucrezia è il dialogo con la materia. La materia infatti diventa l’oggetto da indagare, e la lente d’ingrandimento che l’aiuta a dare forma ai suoi passaggi drammaturgici, tra movimento, artifici e arti circensi. Appassionata di racconti noire, si lascia intrappolare da fantasie adolescenziali, che nutre attraverso effetti magici e le fonde alla danza, al circo e alla magia. Osservando la materia come corpo visto per la pima volta, Lucrezia Maimone, la muove liberandola dalla sua funzione, e attraverso la manipolazione la trasforma dandole vita. Nel momento in cui sulla scena, gli oggetti assumono un’identità, gli essi stessi, superano il limite dell’essere inanimati e attivano spinte, propulsioni, contrazioni diventando punti che muovono i corpi dei danzatori in scena e la storia stessa. Nella costruzione di suoi lavori Lucrezia, lascia spazio alla magia tutte le volte che scompare l’umano, rendendola protagonista della narrazione, con i suoi marchingegni che, invisibili, animano gli oggetti. Artifici che li spostano, che li fanno apparire e scomparire, come quadri che cambiano ad ogni nuova pennellata, gli oggetti diventano meccanismi drammaturgici, protagonisti di una storia a cui l’artificio offre abilità sovrumane. “Simposio del Silenzio” si sviluppa in tre racconti brevi, tre capitoli distinti, ispirati agli universi grotteschi dell’illustratore Lorenzo Mattotti: Oltremai, Labirinti e Chimera. Un cammino verso la l’adolescenza, come fase infinita, se non si affronta la caduta, dentro la profondità di un labirinto, “Oltremai”, la perdita di riferimenti attraversando il “Labirinto” per uscire e trovare ”Chimera”, condizione ideale, destino e meta, metafora del luogo futuro e del passaggio.

Ogni ambiente è un episodio creato da Lucrezia Maimone insieme a Stefano Mazzotta per la coreografia, Sebastian Sobrado, Vinka Delgado, Tommaso Contu, Jonathan Giard, Lorenzo Crivellari, Elsa Paglietti. La ricerca drammaturgica si compone di ogni elemento, danza, musica, magia, circo, in un imprescindibile processo in cui l’oggetto e il soggetto sono protagonisti alla pari. Il percorso di ricerca ancora all’inizio, proseguirà nel corso del 2019 per debuttare ad Ottobre al festival Y Generation di Trento, e proseguire la sua tournée durante tutto il 2020.


PH. Antonio Ficai


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