// RESIDENT AUTHORS
ON TOUR
SILVIA BATTAGLIO
DALL'ALTRA PARTE
A house divided by a border, that men have drawn following a temporary truce, becomes a metaphor for waiting, for existing in suspension, poised between reality and illusion, a scenery where one can make out the remains of some old furniture, while voices, blasts, sirens, and the noises of a battlefield blare all around. Atom and Levana, survivors in this near-apo- calyptic landscape, are a tragicomical pair. This couple of dust-covered and worn spouses, looking like they have emerged from an old silent mo- vie, or a suitcase full of memories, tells us the story of their son, lost amidst the turmoil of a war of which they cannot even remember the name. Atom and Levana’s time goes by inside their small, broken, dented, worn-out house, as they constantly search for ways to deal with the absence of their beloved son and wait for his return to brighten their lives with hope again. There is a war, then, somewhere in the world, that creates and sustains
a condition of constant bewilderment; a condition in which Atom and Levana, compelled to live a monotonous routine of repetitive, mechanical actions, embody in fact an utterly human, contemporary condition. But despite the utter uncertainty that dominates their day-to-day life, Atom and Levana are driven by a constant desire to be reunited with their son, to reach the other side and rebuild their ideal of a united family, to find peace and closeness at last. Always on the brink of becoming a part of what was and is no more, Atom and Levana’s precarious existence must be constantly reinvented, using the only resource still available to them: imagination. And it is indeed thanks to their keen imagination that Atom and Levana manage to create a new life, dreaming up the most fantastic and bizarre things, to the point of believing that their worn-out clothes can embody their far-away son.
As for the structure of the pièce, in the director’s intention the time of the play is ideally broken down into ‘three acts’ (Always together; Borderland; Son), through which the main plot points of the story flow and overlap. A combination of theatre, dance, and puppetry, the performance strives to encode a hybrid theatrical language, where inanimate objects and the human body interact with one another and with the scene. This sort of interaction has the power to evoke different levels of reality that convey the themes of Dorfman’s play to inspire an in-depth reflection on the present day, on ourselves and our relationship with the world of today.
ideazione, scrittura e regia / project and direction Silvia Battaglio | riferimenti letterari / literature references Dall’altra parte di/by Ariel Dorfman, 1984 di / by George Orwell, La strada di / by Cormac McCarthy, Cassandra di / by Christa Wolf, L’opera da tre soldi di / by Bertold Brecht, Giorni felici di / by Samuel Beckett, La caduta di / by Friedrich Durrenmat | interpretazione e composizione scenica / interpretation Silvia Battaglio, Amina Amici | collaborazione alla messa in scena / collaboration to the enactment Stefano Mazzotta | con la complicità di / with the cooperation of Valeria Sacco | disegno sonoro e materiali di scena / sound design and stage props Silvia Battaglio | disegno luci / light design Tommaso Contu | cura della produzione / care of the production Valentina Tibaldi | segreteria di produzione / executive production Maria Elisa Carzedda | una produzione / a production Zerogrammi | spettacolo vincitore di / award-winning project of Premio Drammaturgia Contemporanea e Teatro di Figura “Otello Sarzi” | co-produzione / co-pro- duction Fondazione Otello Sarzi | in partenariato con / in partnership with Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, UNIMA Italia, FTS Fondazione Toscana Spettacolo, DRAMMA.IT | in collaborazione con / in collaboration with TAD Residency / Teatro tascabile di Bergamo, Contemporary Locus, Festival Danza Estate | con il supporto di / with the support of Teatro Area Nord e / and Teatro Akropolis nell’ambito di / as part of Progetto CURA | con il sostegno di / with the contribution of TAP Torino Arti Performative, Regione Piemonte, MIC Ministero della Cultura
PREMIO DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA E TEATRO DI FIGURA per aver saputo sviluppare un innovativo discorso scenico di rimesco- lamento e fusione di linguaggi teatrali all’interno dei quali il teatro di figura e l’uso delle maschere ingegnosamente intrecciato alla tecnica del Teatro Danza, può trovare una sistemazione singolarmente efficace, con tratti di vera suggestione poetica attraverso la quale la tonalità fiabesca rintraccia i termini e i tempi di un dolore profondo ed universale, il dolore della separazione, del distacco e della morte. Così lo spettacolo riesce a intensamente valorizzare sulla scena un testo aspro e profondo come quello di Ariel Dorfman potendo così leggere la più tragica attualità (i confini e la guerra) dentro valori universali e affettivamente condivisi, e con questo mettendola a disposizione dello sguardo di tutti, oltre le generazioni e le età anagrafiche. Tutto ciò grazie ad un uso creativo della maschera, degli oggetti e della musica di scena trasfigurati in segni fortemente simbolici della narrazione, cui il corpo con i suoi movimenti dona significante matericità, e con un utilizzo rinnovato della metafora drammaturgica. Lo spettacolo è dunque parso rispondere in maniera adeguata alla ricerca di un rinnovamento drammaturgico, con testi nuovi e significativi, e linguistico del teatro di figura cui la Fondazione Famiglia Sarzi dedica le sue attenzioni.
Maria Dolores Pesce | Dramma.it
Nella nuova creazione di Silvia Battaglio, la qualità marionettistica del vocabolario del movimento ha un effetto fenomenologico molto potente e aggiunge differenti livelli di significato: la metafora figurativa è ricca e articolata. Si avverte un senso visivo di forze, come corde invisibili che attivano le danzatrici e i movimenti conferiscono ai corpi umani un senso perturbante. Queste marionette oscillano tra la connessione con la quotidianità del corpo e l'assurdità dei poteri.
Non si tratta di una danza con le maschere ma di una danza coreografata in modo congiunto con gli oggetti. Il mascheramento dei volti delle danzatrici mediante espressioni felici ci parla con forza della sensazione legata alla fatica di essere costretti a conformarsi. E’ sorprendente che in uno spettacolo così minimale, gli oggetti riescano a diventare ‘corpi’ pieni di storia.
Felice Amato| BOSTON UNIVERSITY COLLEGE OF FINE ARTS
È uno spettacolo di rara finezza e di emozionante minimalismo. Quest'ultimo può essere un ossimoro, ma Silvia Battaglio riesce a realizzarlo, con una recitazione impeccabile e creando una plastica fluida e perfettamente integrata nell'ambiente scenico e persino fonico. Da non perdere.
Franco Perrelli | UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI
DALL’ALTRA PARTE, in prima nazionale nel novembre 2023 all’interno del Festival Aperto - Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ottiene nel dicembre 2022 il riconoscimento del PREMIO DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA E TEATRO DI FIGURA da parte della Fondazione Sarzi in partenariato con Fondazione I TEATRI di Reggio Emilia, ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, FTS Fondazione Toscana Spettacolo, Teatro Akropolis, UNIMA Italia, risultando inoltre tra gli spettacoli vincitori del BANDO CURA 2023 - Residenze artistiche interregionali e del progetto di residenza artistica TAD RESIDENCY 2023.
ph. S. Ascari, G. Savant