// AUTORI RESIDENTI
IN SCENA
SILVIA BATTAGLIO
DALL'ALTRA PARTE
Sempre insieme. Nel buio, nell’attesa, nel rumo- re, nei non so, nella paura, nella speranza, nella buona e nella cattiva sorte. Sempre insieme, te lo giuro. Giuro su questa tazzina, su questo tozzo di pane e questo poco d’acqua, che non permetterò al tempo di separarci. Giuro sulla mia pelle, sulle mie mani e le mie labbra. Sempre insieme, ovun- que saremo. Da questa o dall’altra parte. E allora tu mi dici...invecchieremo insieme. E io ti dico... ringiovaniremo insieme. Sulla mia pelle, sulle mie mani e le mie labbra. E su ogni altra cosa, io giuro.(Materiali di scrittura di scena | S. Battaglio)
Una casa separata da un confine, che l’uomo ha deciso a seguito di un temporaneo armistizio diventa metafora dell’attesa, di un’esistenza sospesa, in bilico tra realtà e illusione, in cui si possono scorgere i resti di qualche vecchio elemento d’arredo, mentre tutto intorno risuonano le voci, i boati, le sirene, i rumori di un campo di battaglia. Atom e Levana, superstiti di uno scenario quasi apocalittico, sono una coppia di mezza età che vive tra due paesi confinanti e in guerra, essi trascorrono il tempo dentro la loro piccola casa rotta, ammaccata, sbilenca, consumata, in attesa che l’amato figlio, partito per la guerra, torni a illuminare di nuova speranza il loro presente. C’è una guerra, da qualche parte nel mondo, qui o altrove, e c’è un confine che separa concretamente la casa, così come la vita stessa dei due personaggi che - nello scorrere ritmico di una routine scandita dalla monotonia di azioni ripetitive e meccaniche che si traducono in una continua ridefinizione dello spazio - virano la propria esistenza verso una dimensione di profondo smarrimento, incarnando di fatto una condizione del tutto umana e attuale. Sebbene condotti a vivere nella più totale incertezza e forzatamente separati, Atom e Levana sono mossi dal perpetuo desiderio di ritrovare l’altro, di ricongiungersi, di arrivare dall’altra parte oltrepassando il confine, per ristabilire una forma di relazione, di contatto umano, di vicinanza che permetta loro di sentirsi nuovamente vivi. Perennemente in bilico tra ciò che è stato e che non è più, l’esistenza precaria e instabile di Atom e Levana ha bisogno di essere reinventata con l’unico mezzo ancora possibile, l’immaginazione: ed è proprio attraverso la loro immaginazione che Atom e Levana costruiscono una nuova esistenza, fantasticando le cose più strane, fino a immaginare che i loro abiti dismessi possano dar vita perfino al corpo del figlio lontano.
L’idea registica, che sottende la costruzione dello spettacolo, individua la scansione temporale della pièce mediante una suddivisione in tre atti in movimento (Sempre insieme; Terra di confine; Figlio), all’interno dei quali, attraverso uno stratificato lavoro drammaturgico, scorrono gli snodi narrativi del racconto.
Lo spettacolo, frutto di una commistione tra teatro, danza e teatro di figura, è teso alla codificazione di un linguaggio ibrido in cui oggetto inanimato e corpo umano possono dialogare, intrecciando molteplici articolazioni con lo spazio scenico ed evocando al contempo differenti piani di realtà, attraverso i quali veicolare le tematiche presenti nell’opera di Dorfman, al fine di suscitare una profonda riflessione sul presente, su noi stessi e sul nostro rapporto con il mondo attuale.
ideazione, scrittura e regia / project and direction Silvia Battaglio | riferimenti letterari / literature references Dall’altra parte di/by Ariel Dorfman, 1984 di / by George Orwell, La strada di / by Cormac McCarthy, Cassandra di / by Christa Wolf, L’opera da tre soldi di / by Bertold Brecht, Giorni felici di / by Samuel Beckett, La caduta di / by Friedrich Durrenmat | interpretazione e composizione scenica / interpretation Silvia Battaglio, Amina Amici | collaborazione alla messa in scena / collaboration to the enactment Stefano Mazzotta | con la complicità di / with the cooperation of Valeria Sacco | disegno sonoro e materiali di scena / sound design and stage props Silvia Battaglio | disegno luci / light design Tommaso Contu | cura della produzione / care of the production Valentina Tibaldi | segreteria di produzione / executive production Maria Elisa Carzedda | una produzione / a production Zerogrammi | spettacolo vincitore di / award-winning project of Premio Drammaturgia Contemporanea e Teatro di Figura “Otello Sarzi” | co-produzione / co-pro- duction Fondazione Otello Sarzi | in partenariato con / in partnership with Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, UNIMA Italia, FTS Fondazione Toscana Spettacolo, DRAMMA.IT | in collaborazione con / in collaboration with TAD Residency / Teatro tascabile di Bergamo, Contemporary Locus, Festival Danza Estate | con il supporto di / with the support of Teatro Area Nord e / and Teatro Akropolis nell’ambito di / as part of Progetto CURA | con il sostegno di / with the contribution of TAP Torino Arti Performative, Regione Piemonte, MIC Ministero della Cultura
PREMIO DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA E TEATRO DI FIGURA per aver saputo sviluppare un innovativo discorso scenico di rimesco- lamento e fusione di linguaggi teatrali all’interno dei quali il teatro di figura e l’uso delle maschere ingegnosamente intrecciato alla tecnica del Teatro Danza, può trovare una sistemazione singolarmente efficace, con tratti di vera suggestione poetica attraverso la quale la tonalità fiabesca rintraccia i termini e i tempi di un dolore profondo ed universale, il dolore della separazione, del distacco e della morte. Così lo spettacolo riesce a intensamente valorizzare sulla scena un testo aspro e profondo come quello di Ariel Dorfman potendo così leggere la più tragica attualità (i confini e la guerra) dentro valori universali e affettivamente condivisi, e con questo mettendola a disposizione dello sguardo di tutti, oltre le generazioni e le età anagrafiche. Tutto ciò grazie ad un uso creativo della maschera, degli oggetti e della musica di scena trasfigurati in segni fortemente simbolici della narrazione, cui il corpo con i suoi movimenti dona significante matericità, e con un utilizzo rinnovato della metafora drammaturgica. Lo spettacolo è dunque parso rispondere in maniera adeguata alla ricerca di un rinnovamento drammaturgico, con testi nuovi e significativi, e linguistico del teatro di figura cui la Fondazione Famiglia Sarzi dedica le sue attenzioni.
Maria Dolores Pesce | Dramma.it
Nella nuova creazione di Silvia Battaglio, la qualità marionettistica del vocabolario del movimento ha un effetto fenomenologico molto potente e aggiunge differenti livelli di significato: la metafora figurativa è ricca e articolata. Si avverte un senso visivo di forze, come corde invisibili che attivano le danzatrici e i movimenti conferiscono ai corpi umani un senso perturbante. Queste marionette oscillano tra la connessione con la quotidianità del corpo e l'assurdità dei poteri.
Non si tratta di una danza con le maschere ma di una danza coreografata in modo congiunto con gli oggetti. Il mascheramento dei volti delle danzatrici mediante espressioni felici ci parla con forza della sensazione legata alla fatica di essere costretti a conformarsi. E’ sorprendente che in uno spettacolo così minimale, gli oggetti riescano a diventare ‘corpi’ pieni di storia.
Felice Amato| BOSTON UNIVERSITY COLLEGE OF FINE ARTS
È uno spettacolo di rara finezza e di emozionante minimalismo. Quest'ultimo può essere un ossimoro, ma Silvia Battaglio riesce a realizzarlo, con una recitazione impeccabile e creando una plastica fluida e perfettamente integrata nell'ambiente scenico e persino fonico. Da non perdere.
Franco Perrelli | UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI
DALL’ALTRA PARTE, in prima nazionale nel novembre 2023 all’interno del Festival Aperto - Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ottiene nel dicembre 2022 il riconoscimento del PREMIO DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA E TEATRO DI FIGURA da parte della Fondazione Sarzi in partenariato con Fondazione I TEATRI di Reggio Emilia, ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, FTS Fondazione Toscana Spettacolo, Teatro Akropolis, UNIMA Italia, risultando inoltre tra gli spettacoli vincitori del BANDO CURA 2023 - Residenze artistiche interregionali e del progetto di residenza artistica TAD RESIDENCY 2023.
ph. S. Ascari, G. Savant